mercoledì 27 aprile 2011

LO SCONTRO AL VERTICE TRA KHAMENEI E AHMADINEJAD PER IL CONTROLLO DELL'IRAN

di Daniel Arbib Tiberi

E’ crisi istituzionale in Iran. Secondo diversi analisti, infatti, ci sarebbe un conflitto di poteri in atto tra la Guida Suprema Khamenei (sostenuto dai clerici conservatori) e il Presidente Ahmadinejad (spinto soprattutto dal suo capo di Gabinetto e genero Mashaei).
Va precisato che la crisi di poteri, in realtà, in Iran è in atto da mese. Se è vero, infatti, che del movimento riformista si sente ormai parlare poco, nell’universo conservatore iraniano è nota la spaccatura tra l’ala oltranzista di Ahmadinejad (prevalentemente nazionalista e militarista) e l’ala “religiosa” allo speaker del Parlamento Ali Larijani, legata a doppio filo ai religiosi della città santa di Qom (di cui il recente siluramento dell’ex Ministro degli Esteri Mottaki è stato un eloquente esempio).


Sinora, però, il conflitto istituzionale si è aperto quando Ahmadinejad, spinto da Mashaei (intenzionato a candidarsi per le prossime presidenziali iraniane), ha inteso silurare il Ministro dell’Informazione Heydar Moshley. Secondo indiscrezioni il siluramento sarebbe legato ad una doppio obiettivo:

1. Tentare di tenere nascosti alcuni documenti compromettenti che riguarderebbero alcune accuse di corruzione verso Mashaei per introiti illeciti derivanti dagli accordi con corporators di Cina e Venezuela;
2. Cercare di ottenere il controllo dei servizi segreti iraniani che, indirettamente, controllano i curriculum vitae di tutti coloro che aspirano a candidarsi alle elezioni parlamentari in Iran. In pratica, ottenere l’accesso al controllo totale della classe dirigente, sottraendolo alla Guida Suprema.

La Guida Suprema, da parte sua, ha reagito immediatamente al tentativo di metterlo da parte. Secondo quanto è circolato, Khamenei avrebbe inviato una lettera in cui ricusava il tentativo di mettere da parte il Ministro dell’Informazione e avrebbe attaccato direttamente Ahmadinejad. Da qui, l’inizio di una crisi istituzionale che, comunque si concluderà, lascerà una pesante ferita tra i poteri nella Repubblica Islamica.
A breve ci sarà un incontro tra Ahmadinejad stesso e la Guida Suprema. Il Presidente iraniano – che evidentemente si sente molto sicuro di sé – ha, nel mentre, cancellato un viaggio nella città santa di Qom e annullato i meeting di Governo. Per rimanere al suo posto pare voler porre tra condizioni:

1. La nomina di Mashaei a Primo Vice Presidente (Mashaei era già stato nominato per questa carica nel 2009, ma era stato costretto a dimettersi in seguito alle proteste del clero conservatore iraniano che non vede di buon occhio il suo accesso animo “nazionalista”);
2. Le dimissioni del Ministro dell’Informazione Moshley;
3. La rimozione di Saeed Jalili dalla carica di Capo del Consiglio Supremo per la Sicurezza Nazionale.

A monte di tutto questo, proprio in questi giorni, il parlamento iraniano – Majles – ha approvato il budget proposto dal Governo per il 2011 e il 2012. L’approvazione, non è stata facile e il Parlamento ha decurtato di 2,25% le spese preventivate dal potere esecutivo. Infine, come ciliegina sulla torta, proprio mentre viene denunciato l’aumento del 25% del prezzo del pane in Iran, dodici deputati del Majles hanno deciso di firmare una mozione che chiede l’impeachment del Presidente Ahmadinejad. Secondo il regolamento parlamentare iraniano, articolo 233, per iniziare l’impeachment del Presidente bastano solo 10 parlamentari…

Nessun commento:

Posta un commento