venerdì 1 ottobre 2010

LA NUOVA AL QAEDA

di Daniel Arbib Tiberi

Un nuovo messaggio di Bin Laden. Un nuovo audio del capo di Al Qaeda, l’organizzazione responsabile dell’attacco alle Twin Towers e dei maggiori massacri degli ultimi anni. Questa volta, però, Osama - se davvero di lui si tratta - muta strategia: al centro del suo discorso, sorprendentemente, non c’è unicamente la lotta ai nemici dell’Islam, ma il tema dei cambiamenti climatici.




Bin Laden, infatti, richiamandosi alle recenti terribili alluvioni che hanno colpito il Pakistan, sottolinea come “il numero delle vittime provocate dai cambiamenti climatici è gravissimo…più pesante di quello delle vittime di guerra”. Il messaggio, infine, si conclude con la richiesta, di “una azione rapida e seria da parte di anime caritatevoli e di uomini coraggiosi per portare soccorso ai fratelli mussulmani del Pakistan”.

Come mai questa nuova strategia? Una risposta potrebbe essere ricercata nelle necessità odierne di Al Qaeda: dopo essere divenuta un “brand” per molti radicali sunniti, dopo aver mietuto una enorme violenza che ha avuto nei mussulmani le vittime principali, oggi “La Base” ha la necessità di rifarsi il look. Ritrovare, insomma, un nuovo appeal verso le popolazioni islamiche, stanche di essere colpite costantemente da chi, in nome della lotta all’Occidente, sostiene di volerle difendere. La strategia qaedista in Iraq è fallita e in Afghanistan, nonostante le tante difficoltà della coalizione internazionale della Nato, il mondo dei Taliban è diviso e in parte pronto a discutere con Karzai una nuova pace.

In questo contesto, Al Qaeda deve sopravvivere e sta cercando di farlo usando un nuovo approccio, maggiormente politico e fondato su tematiche molto care a tutti coloro che criticano il modello di sviluppo economico capitalista e il concetto di globalizzazione degli ultimi venti anni. Per dirla in parole povere, una Al Qaeda alternativa, capace di unire al sangue del terrorismo una critica politico-sociale in grado di conquistare un nuovo consenso nel mondo islamico sunnita.

La nuova strategia avrà successo? Speriamo, ovviamente, di no. Quel che è certo, però, è che Osama & Co. hanno attualmente bisogno di riguadagnare potere, anche in considerazione del fallimento di alleanze considerate naturali (come quella con Hamas) e della concorrenza di una realtà come l’Iran, oggi vero finanziatore della galassia estremista islamica (anche sunnita) nel mondo.

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