mercoledì 18 agosto 2010

COME TI CONTROLLO L'INFORMAZIONE: IL VENEZUELA DI CHAVEZ

di Daniel Arbib Tiberi

L’analisi dei media è certamente un buon indice per giudicare il grado di democraticità di un Paese.
Osservare, anche superficialmente, i media venezuelani significare fare un tuffo all’interno della più chiara forma di populismo esistente, simbolo di una completa sottomissione al potere del Presidente e, nel caso concreto, ai cosiddetti valori della “rivoluzione bolivariana”. Alcune informazioni preliminari risultano necessarie per capire il contesto di cui stiamo parlando.



Da quando è stato riportato al potere, Hugo Chavez ha fatto in modo di annullare ogni forma di dissenso mediatico nei suoi confronti. In poco tempo, quindi, i canali televisivi governativi sono passati da solo due (Venezolana de Televisión e ANTV) a cinque (più i canali Vive, Telesur e la recente Televisora Venezolana Social). Come canali privati, ne restano unicamente due che trasmettono via antenna (come Televen, Venevisiòn) e due che trasmettono via cavo (Globovision e Canal de Noticias), questi ultimi spesso sbeffeggiati dall’esecutivo per via delle informazioni alternative che trasmettono.
Esemplare è il caso del canale privato RCTV: accusati di aver appoggiato il golpe del 2002, ai proprietari del canale è stata tolta la concessione per le trasmissioni nel 2007 e, attualmente, RCTV è costretto a trasmettere il suo notiziario attraverso il sito internet di youtube.
Per riuscire a chiudere i canali “nemici”, Chavez ha fatto approvare una legge per la tutela dei minori che, con la giustificazione di difendere i più piccoli, vieta la trasmissione di immagini violente prima delle dieci di sera. Ottimo proposito, se non fosse per il fatto che, concretamente, la legge è stata un mezzo per disinformare i cittadini venezuelani e evitare di trasmettere immagini di cortei anti-chavisti.
E’ assai interessante, in conclusione, descrivere una tipologia di trasmissione che viene mandata in onda in uno dei canali governativi venezuelani: VTV. Alle ore 15 locali (circa le 22 in Italia) del 18 agosto del 2010, ad esempio, VTV ha stramesso una riunione pubblica del Governo venezuelano. Praticamente un auto elogio del Presidente Chavez - seduto al centro della sala - coadiuvato da tutti i suoi Ministri (capaci unicamente di sorridere e battere le mani). Il tutto scandito da collegamenti, in diretta, con la cosiddetta “Arepera Socialista Cipriano Castro”, una comunità rurale esempio della trasformazione dell’economia venezuelana da capitalista in socialista. Gli studenti-lavoratori, tutti rigorosamente in maglietta rossa, rispondevano alle domande del Presidente evidenziando le bontà delle scelte economiche del Governo e ripetendo costantemente le parole “mi Presidente”. Uno spettacolo di cieca obbedienza – “addolcito” solo dalle costanti battute di Chavez e dagli applausi dei ministri - assai indicativo del livello della libera espressione nel Paese sudamericano.
Peccato che nessuno di questi studenti-lavoratori, abbia evidenziato al Presidente Chavez come il suo Paese, uno dei maggiori produttori di petrolio al mondo, non riesca ad avere un livello sufficiente di investimenti perché bloccato da una serie di spese sociali insostenibili (da qui il rischio, derivato dal controllo statale dei prezzi, di una carenza di beni). Scelte politiche originate dalla volontà di aiutare le fasce più povere della popolazione che, però, rischiano di bloccare la crescita economica di Caracas o peggio di farla implodere dall’interno. Michail Gorbaciov docet…

1 commento:

  1. Ti faccio i complimenti perchè è sempre giusto fare informazione contro i regimi , soprattutto quello venezuelano che purtroppo raccoglie consensi anche qui in Italia.
    Una sola considerazione negativa: nell'articolo traspare una certa ammirazione (malcelata?) per la sua politica sociale "a favore delle fasce piu povere". Tutti i totalitarismi hanno fatto leva sull'esaltazione del popolo, nel dare un significato a queste masse rozze che poi in realtà non hanno ne arte ne parte . Non c'è volontà nell'aiutare ma volontà nello sfruttare politicamente e si puo sfruttare solo il mediocre la cui unica forza in ultima sintesi è il numero. E' stato questo il centro ideologico-apologetico del comunismo, del fascismo, del nazismo. Lo è oggi del fondamentalismo islamico ( Hamas ed Hezbollah sono per prima cosa una specie di enti previdenziali per i "piu deboli", ma questo lo sai meglio di me) e dei regimi comunisti-nazionalisti come Venezuela e Corea del Nord. Fino a quando non esprimeremo come centro della politica la libertà e l'individuo e mai piu il sociale, la massa, la classe, i sindacati, il finto aiuto a "favore delle fasce piu povere" non finiremo mai di ritrovarci nel mondo queste esperienze politiche disumane che vanno da Hitler fino ad oggi. Questo mica è un rimprovero, è solo una riflessione per me e per te e spero per tutti quelli che la leggono.

    --Dario--

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