lunedì 14 giugno 2010

LA STRATEGIA DELLA COREA DEL NORD

di Daniel Arbib Tiberi

La Corea del Nord, internazionalmente parlando, è sempre più isolata. I recenti test nucleari e, soprattutto, l’affondamento di un sottomarino militare della Corea del Sud (46 marinai deceduti), hanno determinato una condanna generale verso Pyongyang e, per alcuni giorni, si è parlato addirittura di una risposta armata di Seul nei confronti del vicino settentrionale. Esteriormente, perciò, il regime di Kim Jong-Il pare sempre più un retaggio del passato dal comportamento, irrazionale. Ma, anche se di difficile comprensione, Pyongyang ha una strategia molto chiara.




Nel 2008, infatti, il dittatore Kim Jong-Il ha passato un periodo molto delicato, frutto di un attacco di cuore e di numerosi ricoveri ospedalieri. Tutto il regime ha tremato e il tema della successione al ” Caro Leader” si è fatto sempre più pressante.
Proprio mentre Pyongyang, con le sue azioni irresponsabili, sembrava riportare il mondo sul baratro della Guerra Fretta, però, all’interno della Corea del Nord è avvenuto un importante avvicendamento al potere: Chang Sung-taek, cognato di Kim Jong-Il, è stato promosso a Vice-Presidente della Commissione Nazionale di Difesa, l’organo istituzionale più importante dello Stato. Questa decisione, quindi, delinea nettamente una successione “al trono” della Corea del Nord che, come la maggior parte delle successioni dei Paesi non democratici, sta comportando una serie di rischi interni.
Con le sue azioni “belligeranti”, perciò, Kim Jong-Il ha voluto chiarire ai suoi generale che è ancora in grado di comandare e che la Corea del Nord rimane uno Stato forte, capace di far fronte a tutte le minacce esterne.
Anche i rischi sono stati ben calcolati: Pyongyang è abituata ormai all’isolamento e alle condanne della diplomazia internazionale. Inoltre, i militari nordcoreani sono schierati in direzione di Seul, città che, in caso di guerra, rischierebbe di essere bombardata in pochi secondi. Il rischio di un attacco preventivo della Corea del Sud, quindi, è davvero minimo.
Come si vede, quindi, la Corea del Nord con tutte le sue anomalie, rimane ancora una realtà estremamente razionale, capace di freddi calcoli e con un regime ben saldo al potere.

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