
In un’intervista del 2009, rilasciata alla CNN, l’ex numero uno dell’AIEA ha dichiarato ufficialmente la sua disponibilità a candidarsi alla Presidenza egiziana a patto, però, di veder rispettate alcune condizioni tra cui: una competizione leale, onesta e, soprattutto, l’approvazione di una nuova Costituzione. L’attuale Costituzione, va ricordato, è stata modificata l’ultima volta nel 2007. Attraverso la conferma tramite referendum, sono stati approvati 34 emendamenti che, tra l’altro, prevedono il divieto di formazione di partiti di ispirazione religiosa, la cancellazione dell’aggettivo “socialista” e la possibilità, in caso di azioni terroristiche, di investire direttamente il Presidente di poteri speciali. Soprattutto, però, la possibile candidatura di El-Baradei, sarebbe ostacolata da un articolo della Costituzione che prevede, per ogni candidato presidente indipendente, la necessità di avere un appoggio ufficiale (endorsement) da parte di almeno 250 Parlamentari o membri dei Concili provinciali.
L’opposizione, da parte sua, sembra confidare molto in El-Baradei. Egli, infatti, è percepito come un fattore esterno che potrebbe portare in Egitto un cambiamento politico rilevante. In poco tempo, quindi, El-Baradei ha ricevuto la Presidenza onoraria del Free Costitution Party e ha annunciato la nascita di un Fronte Nazionale per il cambiamento, ottenendo l’appoggio di diversi leader nazionali (tra cui Hassan Nafi’a, a capo del partito Al-Ghad e Ghazali Harb, leader del partito liberaldemocratico). La Fratellanza Mussulmana, da parte sua, sinora non ha espresso una unica posizione ufficiale.
Se l’opposizione si divide, il regime e i media sembrano fare fronte unito contro il possibile sfidante. Ufficialmente, durante una visita del Cancelliere Angela Merkel in Egitto, Mubarak ha sostenuto che non esisterebbe alcun problema per una eventuale candidatura di El-Baradei a condizione, però, che venga rispettata l’attuale Carta Costituzionale egiziana. Nei fatti, in Egitto si sta scatenando una campagna mediatica di demonizzazione dell’ex Segretario generale dell’AIEA.
Il quotidiano Al-Shurouq ha rivelato che il Ministero degli Esteri egiziano ha inviato una comunicazione a tutti i diplomatici per impedire che venga data una qualsiasi publicizzazione alle attività di El-Baradei, mentre un altro quotidiano, Al-Misriyyoun, ha dato notizia del fatto che il Ministro per gli Affari Religiosi egiziano, ha invitato tutti gli imam a sostenere il Presidente Mubarak nei loro sermoni del venerdì.
Infine, come evidenziato da uno studio del MEMRI (Middle East Media Research Institute), tutti i più importanti organi di informazioni egiziana stanno cercando di delegittimare la figura di El-Baradei. Il quotidiano Al-Ahram, ad esempio, in un recente articolo ha accusato El-Baradei di operare per interessi stranieri (particolarmente per gli americani e per gli europei), mentre costanti sono i rimproveri per i fallimenti in Iraq e in Iran.
Insomma, la lotta alla successione alla Presidenza egiziana è aperta e si annuncia estremamente ardua per tutti i possibili “candidati esterni”…
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