lunedì 15 febbraio 2010

MEDIORIENTE: STRANE "ALLEANZE" PER FERMARE L'IRAN

di Daniel Arbib Tiberi


L’Iran fa paura alle monarchie del Golfo Persico. Questa affermazione, certamente, non rappresenta più una novità e non stupisce ormai nessuno. Quello che risulta interessante osservare però, sono gli strani rapporti informali che derivano dai timori che la politica di Teheran scatena nell’area del Medio Oriente...



Uno di questi rapporti è quello tra Israele e gli Emirati Arabi Uniti. Nonostante le dure critiche rivolte da Dubai ad Israele dopo l’offensiva di Tzahal a Gaza e nonostante il recente rifiuto, da parte degli UAE stessi, di permettere l’ingresso sul suo territorio alla tennista israeliana Shahar Peer, le relazioni informali tra i due Paesi, continuano a far discutere.
Proprio in questi giorni, è arrivata la notizia che, per la prima volta nella storia, un Ministro del Governo israeliano si è recato negli Emirati Arabi Uniti per un evento ufficiale. Uzi Landau, Ministro per le Infrastrutture Nazionali e membro del partito di destra Israel Beitenu - quello del Ministro degli Esteri Lieberman - ha partecipato, infatti, a Dubai ad una conferenza internazionale sulle energie alternative. Per quello che è dato sapere, da fonti che preferiscono non essere citate dagli organi di stampa, Landau non si è incontrato con nessun rappresentante ufficiale degli Emirati, ma appare difficile che la questione Iran non sia stata al centro di un incontro segreto.
Tra Israele ed Emirati Arabi Uniti però, c’è in piedi molto di più. Lo scorso anno, molti analisti avevano riportato la notizia di un negoziato in corso tra i due Paesi, per raggiungere un accordo in merito al satellite Eros-B. Il satellite, sebbene costruito dal consorzio ImageSat International, rappresenta comunque un progetto totalmente controllato dalla Israel Aerospace Industries (IAI).
L’ interesse per l’Eros-B - satellite capace di inviare immagini ad alta definizione ad una distanza di 2,500 Km - da parte degli Emirati Arabi Uniti, non può che essere ricondotto alla necessità, da parte del piccolo ma ricco Paese del Golfo Persico, di mantenere un saldo controllo sulle attività del vicino iraniano. A livello ufficiale quindi, gli UAE hanno negato la trattativa con Israele. La notizia comunque rimane, soprattutto considerando che si tratta di una contrattazione informale che va avanti dal 2006.
La questione poi, diventa ancora più interessante se viene ricollegata al recente assassinio di un importante esponente di Hamas di stanza negli Emirati Arabi Uniti. Della morte di Mahmoud al-Mabouh, questo il nome del militante islamico ucciso, è stato immediatamente incolpato il Mossad. Ovviamente, tale accusa, potrebbe non essere priva di fondamento, ma esperti non escludono che siano stati gli stessi agenti degli UAE ad agire segretamente. La volontà di eliminare un uomo scomodo e quella di non incrinare i rapporti informali con Israele, sarebbero i motivi principali che avrebbero spinto l’Emirato ad agire in maniera decisa.
I dubbi permangono, ma una cosa è certa: dietro la questione iraniana, si agita l’intero equilibro mediorientale.

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