
La manifestazione di protesta, organizzata dai leader di Hamas, era stata indetta ufficialmente per protestare contro il blocco degli aiuti internazionali verso la Striscia di Gaza e per favorire l’ingresso delle missioni di solidarietà nel territorio palestinese. Tra le richieste di Hamas all’Egitto però, c’era anche quella di bloccare la costruzione di un muro che ostruisce i tunnel di collegamento tra il Sinai e Gaza, gli stessi tunnel attraverso i quali i militanti islamici trasportano le armi all’interno della Striscia. Per la cronaca, lo scontro al confine è stato estremamente violento, determinando anche la morte di un militare egiziano e il ferimento di una dozzina di palestinesi.
Da quando la Striscia di Gaza si trova sotto il controllo di Hamas, ovvero dal 2006, le tensioni nella zona non hanno fatto che aumentare. Apparentemente, si riescono facilmente a comprendere unicamente le fratture tra Israele e Hamas: la cattura del Caporale Shalit (ancora oggi nelle mani dei suoi rapitori), il lancio di numerosi missili Qassam dalla Striscia di Gaza verso Israele e l’Operazione Piombo Fuso compiuta da Tzahal nel dicembre 2008, sono gli avvenimenti che maggiormente hanno segnato la cronaca di questi ultimi tre anni.
Poco si parla però del ruolo che la presenza di Hamas nella Striscia sta avendo nei confronti del Governo egiziano. Mubarak infatti, teme Hamas per almeno cinque motivi: 1- le sue capacità di proselitismo e il conseguente rischio di una nuova crescita del radicalismo islamico in Egitto (si pensi soprattutto alla Jihad Islamica); 2- la paura di un aumento degli attentati nell’importante meta turistica del Sinai; 3- la negativa influenza che un ruolo di Hamas potrebbe avere sul lento – e ancora ipotetico - passaggio di consegne in atto tra l’anziano Presidente Mubarak e suo figlio Gamal; 4- i timori per la fragilità degli importanti accordi energetici tra Israele ed Egitto; 5- i rapporti, sotto il profilo internazionale, di Hamas con i libanesi di Hezbollah, con Damasco e, soprattutto, con Teheran.
Sempre di più quindi si delinea una nuova questione palestinese, con un territorio, diviso in due distinti “parastati”: uno sotto il controllo degli eredi di Arafat guidati da Abu Mazen, e un’altro sotto quello dei miliziani di Hamas. A poco sinora sono serviti i negoziati di riconciliazione interpalestinesi e, mentre l’economia della West Bank riparte, a Gaza la popolazione è sempre più sola.
A tal proposito si può leggere:
RispondiEliminahttp://news.xinhuanet.com/english/2010-01/07/content_12772732.htm