martedì 12 gennaio 2010

ABU DHABI E KEPCO SPIAZZANO LA STRATEGIA DELL’ELISEO

di Daniel Arbib Tiberi



Abu Dhabi beffa Parigi. Come molti ricorderanno, nel gennaio scorso, gli Emirati Arabi Uniti avevano firmato un accordo politico-militare con la Francia, in cui Parigi si impegnava a:


- costruire una base militare francese nel porto commerciale di Abu Dhabi, ove stanziare, in pianta stabile, circa 500 militari transalpini;

- sviluppare progetti per la desalinizzazione delle acque;

- vendere ad Abu Dhabi tre modernissimi reattori atomici per la produzione di energia a scopi pacifici.

Qualche giorno fa è però arrivata la sorpresa inaspettata: gli Emirati Arabi Uniti hanno accettato l’offerta del consorzio diretto dalla compagnia sudcoreana pubblica Korea Electric Power Corp (Kepco), formato da Hyundai, Samsung, Doosand Heavy Industries, Westinghouse e Toshibapour. Il contratto, del valore di 20,4 miliardi di dollari (che potrebbero salire a 40), prevede la costruzione di quattro modernissimi reattori nucleari da 1400 MW, tutti da completare entro il 2020 (con il primo reattore in funzione dal 2017).
Gli Emirati, da parte loro, si sono immediatamente preoccupati di rassicurare l’Occidente, precisando che il combustibile per i reattori verrà totalmente importato (una chiara politica volontariamente opposta alla linea unilaterale di Teheran).

Dall’accordo tra Abu Dhabi-Kepco, è possibile ricavare diverse considerazioni:

- è, almeno per ora, fallita la strategia di Sarkozy di ritagliare, per la Francia, un ruolo primario nel Golfo Persico(e nella delicata e centrale area dello Stretto di Hormuz). Sicuro dei suoi mezzi l’Eliseo, rappresentato dal consorzio Areva-Edf-Gdf-Suez-Total-Vinci-Alstom, ha atteso troppo, rimanendo alla fine beffato;

- la vittoria della sudcoreana Kepco è in realtà la vittoria degli Stati Uniti. Nel consorzio Kepco infatti, è presente la Westinghouse, rivale della francese Areva nella realizzazione dei reattori nucleari di ultima generazione. Il successo americano dimostra, a discapito dei detrattori, la forte influenza che la Casa Bianca e il Pentagono riescono ancora ad esercitare in Medioriente (e nel Golfo Persico in particolare);

- molto probabilmente, i reattori che verranno installati negli Emirati Arabi Uniti, saranno del tipo ap-1000, ovvero quelli di III generazione avanzata di produzione Westinghouse, concorrenti degli Epr di produzione Areva;

- sia Barack Obama che Nicolas Sarkozy, hanno ormai accettato - e dato il via libera - l’idea di un “nucleare civile per il Medioriente”, per precisione per l’area sunnita, in contrapposizione al nucleare sciita di matrice iraniana.

Se, all’accordo sul nucleare, si aggiunge anche la notizia della firma di un trattato tra la Boeing e gli Emirati Arabi Uniti per la fornitura di aerei da trasporto militare del tipo C-17 – che verranno consegnati tutti entro il 2012 – si capisce perfettamente il momentaneo successo della politica americana di rafforzamento della presenza nella regione mediorientale. La strategia francese necessita quindi, di una forzata revisione.

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