mercoledì 27 gennaio 2010

LA GIORNATA DELLA MEMORIA: UN PONTE PER UN MONDO DIVERSO

di Daniel Arbib Tiberi


Con la legge 211 del 20 luglio del 2000, il Parlamento italiano, decise solennemente l’istituzione di una “Giornata della Memoria”. Una giornata per ricordare tutti coloro che furono deportati nei campi di concentramento nazisti. La scelta del 27 gennaio come data simbolo, coincide con la liberazione, da parte dei militari dell’Unione Sovietica, del campo di concentramento di Auschwitz. Quel giorno, quando i soldati dell’Armata Rossa aprirono i cancelli del campo, si trovarono davanti un cumulo di cadaveri accatastati e un gruppo di sopravvissuti cui era stata tolta ogni parvenza di umanità e dignità.
Da quando questa giornata è stata istituita, sono moltissime le iniziative pubbliche di ricordo. Momenti che vedono la partecipazione delle più alte istituzioni, le toccanti testimonianze dei pochi sopravvissuti ancora in vita e un ruolo attivo da parte delle scuole del Paese.
Nonostante tutto, ci sono ancora molti che criticano l’istituzione della “Giornata della Memoria”. Questo, per diverse ragioni. C’è chi ritiene, molto nobilmente, che ogni giorno sia una “Giornata della Memoria”, c’è chi ritiene che non si possano ricordare solo alcuni massacri della storia e c’è chi, più vigliaccamente, nega l’esistenza dei campi di concentramento e delle camere a gas.
Ha un senso allora la “Giornata della Memoria”? Ha un senso fermarci un giorno per ricordare quel che è stato? Perché ricordare particolarmente la Shoah ? Cerchiamo di rispondere punto per punto.
Perché istituire la “Giornata della Memoria”? Scegliere di dedicare un giorno intero al ricordo, chiaramente, non significa dimenticare il passato durante tutti gli altri giorni dell’anno. Significa però fermarsi un minuto dalla quotidianità della vita e trovare il tempo per riflettere su quello che è stato, su ciò che l’umanità ha prodotto nel corso degli anni.
Perché però ricordare con particolare attenzione la Shoah? Non siamo a conoscenza, purtroppo, di tantissimi massacri? Premesso che nessun massacro dovrebbe essere dimenticato, l’Olocausto nazista assume nella storia un ruolo particolarmente rilevante. Questo sia perché tenta di mettere in pratica l’eliminazione programmata di un intero popolo – quello ebraico – e sia perché, la vittoria contro Hitler, permise agli alleati di creare un mondo nuovo, un sistema di relazioni internazionali che, per quanto imperfetto, è oggi sicuramente molto più democratico di quanto lo era allora. La “Dichiarazione universale dei diritti umani” del 10 dicembre del 1948, rappresenta, in tal senso, l’esempio più lampante di un Bene assoluto nato da un male assoluto.
L’Olocausto perciò, assume politicamente la valenza di un “ponte”. Un passaggio dalla barbarie alla civiltà. Una civiltà che non può più accettare silenziosamente che qualcosa di simile possa accadere nuovamente e che tutela l’uomo nella sua dignità di essere umano. Purtroppo, inutile negarlo, nel corso degli anni abbiamo assistito passivamente ad altri crimini davanti ai quali, la Comunità Internazionale, non ha saputo rispondere a dovere (si pensi al Rwanda). Di questo dobbiamo tutti assumercene le dovute responsabilità.
Un “Giorno della Memoria” quindi per riflettere. Un giorno che serva ad ascoltare la testimonianza di coloro che hanno vissuto di persona il male, un giorno che serva a noi stessi per imparare e, soprattutto, un giorno che sia utile a tutti per non ripetere.
La “Giornata della Memoria”, infine, ci permette anche di rendere omaggio a tutti quei coraggiosi che, dinnanzi al male, scelsero di cercare la vera giustizia. Questo, anche a discapito della loro vita. Un’antica leggenda ebraica narra che al mondo, in ogni epoca, esistono dei Giusti. E’ grazie a costoro che, ogni giorno, D-o decide di non distruggere il mondo. A tutti questi eroi possiamo dire solo una cosa: grazie.

2 commenti:

  1. Il giorno della memoria è stata sempre una ricorrenza scomoda per la mia mente: non ho voglia di ricordare tutto quello che abbiamo passato.

    Ho sempre detto a me stessa che ricordare a noi ebrei non serve, perchè ce lo portiamo dentro il dolore di quell'esperienza struggente.

    Allora ho considerato il giorno della memoria come una ricorrenza per chi di ciò che è stato non sa nulla, o per chi, non ha mai voluto sapere.

    Ogni volta che scendo a prendere la metropolitana e la trovo piena non riesco a salire. Non posso. Inevitabilmente mi ricorda quei vagoni pieni di innocenti, deportati verso una vita buia, breve, priva di ogni dignità umana. E allora sento un magone dentro di me,e le lacrime riempono i miei occhi, rendendo il mio sguardo triste e isolato. La gente intorno a me si muove frenetica, non pensa, non ricorda. A tutte quelle persone serve il giorno della memoria.

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  2. Un bel commento,
    ma permettimi di completarlo.
    Un giorno della memoria certamente serve in primis a chi non sa ricordsre, o non vuole ricordare.
    Un giorno della memoria però serve anche a noi, perchè per quanto pesante sia, ricordare è sempre un dovere.

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