giovedì 26 novembre 2009

SE LA BENEFICENZA SI SPOSA CON LA GEOPOLITICA

Di Daniel Arbib Tiberi

A quanto pare il finanziamento del programma nucleare iraniano passa anche attraverso la beneficenza. E’ di queste ore infatti la notizia che, negli Stati Uniti, è stata messa sotto inchiesta la Fondazione Alavi, organizzazione benefica che, secondo quanto riportato dal suo sito web (http://www.alavifoundation.org/), ha come obiettivo quello di “promuovere e supportare programmi educativi, religiosi e culturali di matrice sciita”. La Fondazione Alavi nasce nel 1973 per volere dello Shah di Persia. Con la Rivoluzione iraniana del 1979, la fondazione cambiò nome in “Fondazione Mostazafan”, per poi ritornare a chiamarsi Fondazione Alavi nel 1992.
Per il capo investigatore dell’Ufficio del Procuratore Distrettuale di Mahattan la Fondazione Alavi fungerebbe da copertura per le attività iraniane negli Stati Uniti. L’accusa, molto dura, si concentrerebbe su una serie di immobili gestiti dalla Fondazione Alavi che, attraverso la Bank Melli, frutterebbero a Teheran importanti introiti per il suo programma nucleare. La Bank Melli, va ricordato, è inserita dal 2007 nella lista nera delle “banche finanziatrici del terrorismo” negli Stati Uniti ed è stata colpita da apposite sanzioni.
Nell’inchiesta è finito direttamente il Presidente della Fondazione Alavi, Farshid Jahedi, accusato di aver distrutto una serie di documenti compromettenti, mentre pare che tra i funzionari coinvolti, ci sarebbe anche l’ambasciatore iraniano alle Nazioni Unite Mohammad Khazaee.
Tra gli asset sotto il controllo della Bank Melli si contano numerosi terreni, moschee, conti correnti e un intero grattacielo nella Fifth Avenue a New York. Il valore dei beni si aggirerebbe intorno ai 650 milioni di dollari.
Le accuse si allargano poi anche al mondo della cultura americana: la Fondazione Alavi infatti, avrebbe finanziato con circa 100 mila dollari la Columbia University e con 351,600 mila dollari la Rutgers University (l’Università di Stato del New Jersey). La Columbia, in particolare, avrebbe ricevuto il finanziamento dopo aver accettato di ospitare il Presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad nel 2007, mentre il finanziamento alla Rutgers University sarebbe orientato ad appositi programmi di studio.
Se verranno confermate le accuse alla Fondazione Alavi si tratterà del più grande sequestro, nell’ambito di una operazione antiterrorismo, della storia degli Stati Uniti d’America.

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