martedì 6 luglio 2010

IL SAADET PARTISI, OVVERO IL PARTITO DELLA FELICITA' TURCO...

di Daniel Arbib Tiberi

Tra i nove morti della nave Mavi Marmara – una delle sei navi che ha tentato di forzare il blocco navale nella Striscia di Gaza – sono stati ritrovati anche i corpi di due attivisti islamici del Partito della Felicità (Saadet Partisi - SP), movimento di cui risulta assai interessante tracciare un breve profilo. Il Partito della Felicità (SP) è oggi - insieme al più famoso AKP (Partito per la Giustizia e lo Sviluppo) del Primo Ministro Erdogan – uno dei gruppi politici di ispirazione islamista presente in Turchia. Sia il SP che l’AKP rappresentano gli eredi del più famoso partito islamico della storia turca, quel Partito della Prosperità (Refah Partisi) guidato da Necmettin Erbakan, che è stato disciolto definitivamente nel giugno del 2001.



Per quanto concerne la leadership il Partito della Felicità è guidato dal Professor Numan Kurtulmus, nato nel 1959 e in possesso di due dottorati, tra cui uno in economia conseguito presso l’Università di Istanbul. Sotto il profilo elettorale, invece, l’SP non ha mai raggiunto il 10% di voti richiesti dal sistema elettorale turco per accedere al Parlamento (anche se i suoi voti sono costantemente cresciuti), mentre ha ottenuto la nomina di diversi suoi rappresentanti alla carica di sindaco grazie ai buoni risultati ottenuti nelle elezioni locali del 2007 (in questo senso, uno dei limiti dell’SP è rappresentato dalla concorrenza del più forte AKP).
A dispetto dello scarso risultato elettorale sin qui raggiunto, il Partito della Felicità è riuscito a creare una radicata struttura organizzativa e una piattaforma ideologica ben definita. Fondamento del partito è il manifesto denominato “Una visione nazionale” (Millî Görüş), testo del 1969 che predica una politica conforme ai dettami islamici, basata sull’industrializzazione, l’indipendenza economica, lo sviluppo e una politica estera indipendente dal mercato “sionista e cattolico” dell’Europa. Nonostante alcuni riallineamenti, l’SP porta avanti una azione conforme al Manifesto del 1969, auspicando per la Turchia del XXI secolo una completa indipendenza dall’Occidente.
In linea con questo principio, il Partito della Felicità ha da sempre portato avanti un sostegno pubblico ai movimenti di Hamas e Hezbollah e, in linea generale, ad ogni realtà che “resiste” ad Israele (Recai Kutan – uno dei leader dell’SP – nel 2006 ha pubblicamente accusato auspicato la dannazione di Israele).
Diversi membri del Partito della Felicità aderiscono anche alla Ong turca IHH, vera e propria protagonista della Flotilla che il 31 maggio scorso si è scontrata con i militari israeliani. Durante le settimane di preparazione al viaggio della Mavi Marmara, il Partito della Felicità – per bocca del suo leader Numan Kurtulmus – ha pubblicamente sostenuto l’iniziativa e ha condannato l’arresto in Cisgiordania di uno degli attivisti dell’IHH.
Per quanto concerne il supporto ad Hamas basti pensare che, nel gennaio del 2010. Isma’il Haniyah ha incontrato Temel Karamollaoğlu, leader dell’SP e fedelissimo del Professor Kurtulmus.
Insomma, per concludere, è possibile sostenere che il Partito della Felicità rappresenta oggi un forte protagonista della politica turca che, anche grazie ad un importante ruolo nel campo del sociale (tipico dei partiti islamici), muove e influenza direttamente una parte della società turca. Una piccola parte che – soprattutto grazie al nuovo posizionamento geopolitico della Turchia – sta conquistando sempre più spazio.

2 commenti:

  1. Non sapevo dell'esistenza di questo partito. Secondo te potrebbe essere possibile una convergenza politica del SP con i movimenti nazional-popolari europei [ Per capirci sulla linea di Jobbik ] ? Soprattutto in chiave anticapitalista e contro la Turchia in Europa.
    Alla fine i vari nazionalismi di quell'area potrebbero aver trovato una linea comune dopo anni ed anni di guerre feroci.

    - Dario -

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  2. Caro Dario,
    dare una risposta alla tua domanda non è semplice. Io credo semplicemente che l'SP non si ponga il problema di convergere con nessuno. Ha, dalla sua nascita, alcune prerogative e quelle porta avanti.
    Piuttosto sarebbe interessante se accadesse - per meri fini di politica interna - il contrario. Mi spiego meglio: l'AKP vuole entrare nell'UE per dare un nuovo riconoscimento alla Turchia ma, soprattutto, per rafforzare il suo potere interno a discapito della parte laica del Paese (in primis magistratura e militari). In questa ottica l'SP potrebbe anche sostenerlo.
    Sinceramente credo comunque che sia una prospettiva difficile: l'SP è un partito politicamente di nicchia, ma con una grande capacità di costruire un "network islamico". Proseguirà su questa linea approfittando degli spazi che oggi può avere con la nuova posizione geopolitica della Turchia. Non ostacolerà e non sosterrà la politica europeaista dell'AKP. Si limiterà, come fa già ora, a sfruttare i nuovi spazi. L'eventuale piattaforma di domani è ovviamente ancora un punto interrogativo di un processo in corso.
    Ciao e grazie del commento
    Daniel

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