giovedì 4 marzo 2010

DUBAI E LE "CARATTERISTICHE FISICHE" DEGLI ISRAELIANI...

di Daniel Arbib Tiberi


Gli Emirati Arabi Uniti (UAE) hanno deciso di agire diplomaticamente contro Israele, in seguito all’uccisione di Mahmoud al-Mabhoub, esponente di spicco di Hamas molto vicino al regime di Teheran. Da ora, infatti, per i cittadini israeliani in possesso di doppia nazionalità, sarà estremamente difficile entrate nell’Emirato. Come noto, Israele ed UAE, non hanno ufficialmente relazioni diplomatiche, ma numerosi uomini d'affari israeliani, con il beneplacito della ricca monarchia del Golfo, arrivano quotidianamente a Dubai per concludere accordi di notevole rilevanza economica.



La decisione degli Emirati, sebbene presa in assenza ancora di prove ufficiali relative alla colpevolezza di Israele, stupisce soprattutto per la dichiarazione di uno dei più alti esponenti militari del Paese sunnita. Il Generale Dahi Khalfan Tamim, infatti, interpellato dai maggiori quotidiani internazionali, ha chiarito che, gli israeliani che tenteranno di varcare la porta dell’aeroporto di Dubai, verranno riconosciuti e fermati in base alle “loro caratteristiche fisiche e al loro modo di parlare”.
Forse si tratta di una malevola lettura, ma le dichiarazioni del Generale, lasciano trasparire una velata nota di pericolosa reminescenza del passato. Essendo gli israeliani, soprattutto quelli con doppia nazionalità, difficilmente riconoscibili per particolari “caratteristiche fisiche”, diventa una conseguenza ovvia pensare che l’alto ufficiale degli Emirati, si riferisse alle particolarità fisiche che una certa visione del passato attribuiva all’Ebreo.
Se così fosse, si tratterebbe allora, di una drammatica riprova del pericoloso antisemitismo che, da decenni, sta attraversando il mondo Arabo. Infatti, da tempo ormai, la questione del conflitto arabo-israeliano ha travalicato la mera tematica della terra, per divenire qualcosa di più tristemente profondo. L’antisionismo, purtroppo non solo nel mondo arabo, è divenuto quindi la giustificazione per perpetuare una immagine stereotipata dell’Ebreo – per capirci quella classica della propaganda nazi-fascista – e per legittimare posizioni di negazione di eventi storici quali la Shoà.
Le dichiarazioni ufficiali del Generale Dahi Khalfan Tamim, oltre a provocare un sentimento di amara delusione, suscitano indirettamente forte curiosità: c’è da aspettarsi conseguentemente che gli Emirati Arabi Uniti, nel sospetto di trovarsi davanti a possibili cittadini israeliani in possesso di doppia nazionalità, decidano di non far entrare tutti coloro che, nell’ordine, presentino le seguenti caratteristiche fisiche:

- fronte bassa;
- naso lungo;
- occhiali;
- capelli troppo lungi ai lati.

Probabilmente, non sarà così. Rimane però il fatto che, quanto dichiarato ufficialmente alla stampa dal rappresentante degli Emirati, rivela la permanenza di una visione stereotipata del nemico che, indubbiamente, mette in chiaro i tanti passi che ancora debbono essere compiuti per giungere ad una pace vera nella regione.
Il terrorismo, le colonie o il programma nucleare iraniano, sono tutti argomenti geopolitici di estrema importanza. Spesso, però, gli analisti sottovalutano pericolosamente l’aspetto della cultura e delle mentalità che questa determina. Constatare che, indirettamente, l’immagine negativa dell’Ebreo propria dell’Occidente, abbia ormai permeato parte l’Oriente, non può che deludere quanti guardano con vivo interesse a queste diverse culture. Infatti, quando popoli semiti – come quelli Arabi – cercano nell’antisemitismo la loro ideologia, si palesa con tutto il suo pesante fardello, il successo del lato peggiore dell' "uomo bianco" in Asia e l’inconsistenza di ogni lettura storica “orientalista”.

6 commenti:

  1. Sentirsi parte di un popolo, di un'identità, di un'ideologia, é il ruscello che alimenta le certezze dell'uomo, e a volte diventa fiume. L'ignoranza in questo caso, stimola la crescita di ideologie perverse che trovano fonte di rinnovo nell'acqua che alimenta il branco.

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  2. Grazie del commento.
    Se puoi aggiungere il tuo nome te ne sarei grato.
    Daniel

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  3. Preferisco di no, ma ti leggerò più spesso in futuro ora che ho trovato il tuo blog. A presto!

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  4. Caro/a Anonimo/a,
    nel ringraziarti sinceramente per la tua volontà di visitare questo blog più spesso, mi permetto di dirti che, in futuro, continuerò a pubblicare i tuoi commenti (se ne vorrai fare), ma non risponderò a nessuno di questi.
    Questo perchè, come io rispetto la tua decisione di rimanere nell'anonimato, spero che tu capirai e rispetterai la mia incapacità di interloquire con "il mistero".
    Cordialmente
    Daniel Arbib Tiberi

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  5. Va benissimo, come preferisci tu!

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